Birmingham, i giardini inglesi e i vivai Ashwood

Non mi sono più fatta viva perché sono stata in Inghilterra qualche giorno. L’occasione era il Glee, credo la maggiore fiera annuale europea di prodotti per il giardinaggio dopo lo Spoga che si svolge in Germania, a Colonia, a fine agosto. Birmingham è una città piuttosto brutta e piena di contraddizioni a un’ora e mezza di auto da Londra in direzione nord-ovest, ma la sua fiera è efficiente, organizzatissima e sempre istruttiva e i suoi dintorni offrono molto a chi ama i giardini. Così ne ho approfittato per un piccolo tour, purtroppo riduttivo rispetto ai miei desideri bulimici. A mezz’ora di strada verso sud, per esempio, c’è Hidcote Manor nel Worchestershire che non rivedo da oltre dieci anni e, anche se sarebbe stato bello festeggiare con una nuova visita i suoi 100 anni, che compie proprio quest’anno, non sono riuscita ad andarci. Sulla strada di ritorno verso l’aeroporto, con un breve scarto dalla rotta, c’è il giardino di Wisley della Royal Horticultural Society con la nuova serra-cattedrale, grande quanto 10 campi da tennis e alta 12 metri, inaugurata a fine giugno scorso per festeggiare il bicentenario della RHS. Ma pazienza se non ci sono arrivata, vuol dire che ci andrò apposta in un’altra occasione, e visiterò anche i giardini della terra di Shakespeare, attorno a Stratford-upon-Avon: ho preso i pieghevoli illustrativi, di cui gli inglesi sono sempre generosi. Ho invece visitato un formidabile vivaio che si chiama Ashwood a Kingswinford, West Midlands. Produce in piccole quantità, da talea e da seme, un po’ di tutto purché sia speciale: arbusti, conifere, annuali, primule auricole e perenni come gli ellebori, per cui è conosciuto a livello internazionale. In più ha in carico due collezioni nazionali inglesi, del genere Lewisia e dei ciclamini rustici. Non sono riuscita a contare né a visitare tutte le numerose serre di coltivazione né quelle destinate a garden center perchè mi sono attardata nel giardino dimostrativo. Dico “attardata” e dovrei dire “sono andata a scuola”: per imparare ciò che non si sa ci vuole tempo, e lì da imparare c’è parecchio. Così ho deciso che nonostante la sete non andavo neppure a bere un sorso d’acqua nella deliziosa tea room tutta legno e tessuti stile Laura Ashley perché fuori in fila c’era una interminabile teoria di arbusti che non avevo mai visto, una collezione di varietà di Hydrangea paniculata come non ha neppure il vivaio fiorentino Paoli e Borgioli quando in maggio si presenta alla mostra di Masino, una fioritura di colchici autunnali in varietà che non mi sarei mai sognata. Senza contare tutto il resto, per esempio gli arbusti da bacca: rosa magenta e arancio quelle di Euonymus cornutus ‘Quinquecornutus’, color bianco porcellana quelle di Sorbus koehneana, elegante arbusto della Cina Centrale che è stato introdotto in coltura nel 1910, ed evidentemente troppo poco diffuso nei giardini perché io ne conoscessi l’esistenza. Insomma, se volete farci un giro almeno virtuale, visitate il sito www.ashwood-nurseries.co.uk. Io non l’ho ancora fatto e, con tutti gli arretrati d’altro genere che ho accumulato stando via, chissà quando lo farò. Mentre ci siete, cliccate Hidcote Manor sul sito www.nationaltrust.org.uk e per i giardini di Shakespeare andate su www.shakespeare-country.co.uk. Se siete interessati alle tematiche del biologico, tra i giardini segnalati su questo sito c’è il Garden Organic Ryton, raggiungibile anche all’indirizzo www.gardenorganic.org.uk

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Il mio nome è Mimma Pallavicini, sono una giornalista specializzata, una cosiddetta “giornalista del verde”, da oltre 25 anni e ancora non so dove stiano i confini tra la professione e la passione per le piante, i fiori, i giardini, interpreti e partecipi della mia visione della vita. Così non mi pare vero creare una nicchia per dire ciò che altrimenti non avrebbe modo di essere detto: ogni giorno vivo esperienze, pensieri e percorsi professionali che con le piante e i giardini hanno a che fare e che sarebbe un peccato non fissare e non condividere. Benvenuti da queste parti, e grazie se vorrete sostare in nome dell’informazione e partecipare in nome di un’emozione che ci accomuna.

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