Paola Vagnotti

Paola Vagnotti è stata assistente sociale a Parma prima di trasferirsi con la famiglia sulle colline parmensi. La sua azienda agricola biologica “Il Gelso” produce ortaggi e frutta ed è anche agriturismo e fattoria didattica. Il suo caso interpreta la riscoperta del mondo rurale non solo a fini produttivi, ma anche didattici e di benessere.

Con il sorriso sempre sulle labbra di chi si sente appagato dalla propria vita, dice cose mai iperboliche, che però denunciano entusiasmo intensissimo: “C’è poco da fare, a me la gente piace tanto” oppure “Dopo aver coltivato solo terrazze di città, giardinetti di case a schiera e orticelli del fine settimana, quando sono arrivata qui mi sono ubriacata di tutto quello che sta nella terra e sulla terra”.
Paola Vagnotti è una signora parmense di invidiabile serenità, affinata probabilmente dal ruolo che ha avuto per vent’anni: assistente sociale con l’impegno quotidiano soprattutto nei confronti di minori in difficoltà. Nove anni fa ha colto al volo la possibilità di andare in pensione, nonostante un profondo interesse (che nutre ancora) verso il suo primo lavoro, per poter realizzare un sogno: vivere in campagna, occuparsi della terra e dividere con gli altri impegni, raccolti e piaceri che derivano. Così, con l’appoggio incondizionato del marito e portandosi dietro due figlie adolescenti e un figlio molto piccolo, si è trasferita sulle colline di Traversetolo a una ventina di chilometri da Parma, in un borgo secentesco tanto isolato tra prati e boschi da chiamarsi Cazzola, ovvero “casa sola”, anche se le case sono quattro. Dice: “Ho sempre avuto la passione dell’orto, in casa si mangiava già macrobiotico e biologico, ma qui è proprio un’altra cosa”.
La sua è una storia di fuga cosciente dei nostri tempi, con tutte le tappe del caso. L’avventura di campagna è cominciata con una piccola azienda agricola biologica di un ettaro, conquistando la terra con terrazzamenti per poterci coltivare ortaggi. Dice con orgoglio che lei lavora ancora con le mani, che se le sporca volentieri di terra e che non c’è libro che tenga: nulla vale quanto l’esperienza sul campo e il confronto diretto con chi ha fatto le sue stesse scelte. Così ha capito che doveva diversificare al massimo. Alle colture intensive di verdura ha affiancato un frutteto di vecchie varietà, poi un altro di frutti poco noti o esotici (“Più che una collezionista sono una curiosa; mi interessa sperimentare tutti i buoni raccolti che si possono fare in questo posto”), ha aggiunto due serre, un orto giardino e, perché quello che definisce “il nostro piccolo ecosistema” fosse completo, ha piantato un roseto, una vigna e ha riempito la corte e i prati di animali, pensando che sarebbero stati in buona compagnia con gli uccelli, i caprioli e gli scoiattoli del bosco della Foia attiguo al borgo. Poi ha appeso l’insegna “Il Gelso” e alla asinella Mafalda, che ora ha quattro anni e di cui parla con grande affetto come di una componente della famiglia, ha delegato il compito di accogliere gli ospiti dell’agriturismo. Paola Vagnotti lo ha aperto nel 2001 e, ripetendo che le piace la gente, aggiunge: “I miei ospiti vengono anche da lontano, sono romani, piemontesi, napoletani, soprattutto famiglie di trentenni motivati al biologico, oppure gente che cerca la tranquillità; alla fine si diventa amici. Spesso aiutano nei campi o frequentano uno dei corsi che organizziamo; in marzo per esempio ce n’è stato uno di agricoltura biodinamica.”. Con questo pensiero, fare della sua casa un luogo di formazione naturalistica, agricola e ambientale, adesso opera anche come fattoria didattica. I ragazzi delle scuole arrivano, familiarizzano con gli animali, costruiscono spaventapasseri, osservano formiche e uccelli, mettono le mani nella terra e mangiano i suoi cibi genuini.
Tutto da sola? Paola Vagnotti sorride di nuovo pensando alla sua campagna vissuta con tanta felicità: “No, con l’aiuto di una ragazza in cucina e una nei campi. Questa è una storia tutta di donne: ridiamo, bisticciamo, facciamo pace e stiamo così bene insieme”.

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