L’orto di maggio apprezza le erbacce

Pubblicato su Gardenia maggio 2000

Coltivando “secondo natura” si scopre che persino la disprezzata ortica collabora al benessere degli ortaggi in crescita e che le infestanti insegnano a riconoscere lo stato del terreno.

Quanto spazio c’è per la natura nell’orto domestico? Moltissimo, se si sceglie di adottare tecniche biologiche e prodotti, forniti dalla natura stessa, che agiscono in modo “dolce”. Nelle parcelle, alcune delle quali offrono le primizie delle semine primaverili, maggio è un mese chiave. Favoriti dal definitivo innalzamento della temperatura, gli ortaggi sono in pieno sviluppo e chiedono il supporto di sostanziose concimazioni e di cure preventive contro i parassiti animali e fungini che in questo periodo, più che in altri momenti dell’anno, possono compromettere i raccolti. Con l’aiuto di alcune piante diventa facile provvedere ad entrambe le esigenze.

Le virtù delle “erbacce”
Per cominciare, si conceda un piccolo spazio alla “coltivazione” dell’ortica, umile e pungente erba infestante che l’ortolano bio tiene cara, dopo aver abbandonato concimi minerali e fitofarmaci chimici. L’ortica infatti regola il contenuto di ferro e di azoto nel terreno, ha effetti stimolanti sulla crescita delle piante ortive e le protegge dagli insetti dannosi, per esempio gli afidi, grazie al suo contenuto di acido formico. Chi è dubbioso, faccia la prova con i pomodori, che questo mese vanno trapiantati a dimora. In alcune buchette d’impianto versi una manciata di foglie di ortica tagliate fini con le forbici: potrà constatare che lo sviluppo delle piantine così concimate è più rapido e vigoroso. L’ortica, soprattutto, fornisce all’orto di primavera un portentoso concime liquido fogliare. La ricetta base è di 100 grammi di foglie e fusti di ortiche per 10 litri di acqua, possibilmente piovana. Si lascia macerare 4 o 5 giorni e, prima che assuma uno sgradevole odore, si filtra e si irrora sulla vegetazione degli ortaggi (esclusi pomodori, peperoni e melanzane, che vanno annaffiati al piede). Per consegnare all’estate un orto in piena forma, il trattamento va ripetuto ogni 15 giorni sino alla fine di giugno. Anche l’equiseto, altra “erbaccia” considerata un vero e proprio flagello nei terreni umidi, è un eccezionale collaboratore biologico, in particolare come rinforzante dei tessuti degli ortaggi da foglia. Se ne prepara il decotto con 100 grammi di pianta fresca tagliata a piccole porzioni lasciata bollire 20 minuti in 10 litri di acqua. Il liquido va irrorato, una volta freddo, anche sulle piante soggette ad attacchi di parassiti succhiatori, che saranno scoraggiati dal rivestimento di duro silicio offerto gratuitamente dell’equiseto.
Altre piante comuni sono preziose collaboratrici naturali, in quanto forniscono essenze aromatiche e sostanze antibiotiche naturali con virtù rinforzanti e antiparassitarie. Rosmarino, timo e camomilla, ancor prima di trasformarsi in materia prima per i macerati (sempre nel rapporto di 100 grammi di pianta lasciati per 3 giorni in 10 litri di acqua) collaborano alla crescita sana e vigorosa degli ortaggi semplicemente con la loro presenza nell’orto, in quanto all’arrivo dei primi caldi liberano principi attivi molto volatili che hanno azione repellente contro gli insetti dannosi. Non tutte le piante aromatiche, comunque, sono funzionali all’orticoltura biologica. Si badi a tenere isolati l’assenzio, il sedano di montagna e il tanaceto, tre erbe fortemente odorose delle quali si è di recente scoperto il ruolo negativo, in quanto con gli escreti delle radici inibiscono lo sviluppo delle piante a loro associate.

Il controllo delle infestanti
Dopo aver imparato a considerare alleati l’ortica e l’equiseto, cambia il rapporto anche con tutte le altre piante spontanee e non seminate che in maggio si appropriano allegramente delle parcelle. Certo, bisognerà tenerle a bada perchè non entrino in competizione con gli ortaggi, ma assecondando la natura invece di contrastarla. Intanto, le si osservi per “capire” la terra e, se necessario, per porre rimedio ad eventuali deficienze. Le cosiddette erbacce sono infatti indicatrici dello stato del terreno, dicono che è ricco di humus (Lamium, Galinsoga, Solanum nigrum, Stellaria, Veronica), che è molto calcareo (Salvia pratensis, senape, cicoria dei campi, tarassaco, sanguisorba, anagallide), oppure molto acido (Stachys arvensis, veronica officinale, Viola tricolor), che è troppo compatto (piantaggine, cardo dei campi) o troppo poco drenato (equiseto, Potentilla anserina). In ogni caso, dopo aver preso nota di quanto insegnano, le erbe infestanti vanno sradicate con la sarchiatura. Per non smuovere troppo il terreno, operazione che rallenta l’attività dei microrganismi utili, è bene utilizzare una zappa a lama piatta, che taglia le radici senza rivoltare le zolle.
In maggio, quando il terreno nudo si è ormai riscaldato, si possono piantare più fitti gli ortaggi per impedire che nascano altre infestanti, ad esempio associando specie basse a ciclo breve ad altre più sviluppate a ciclo lungo (lattughe o insalate da taglio insieme ai cavoli, prezzemolo con i pomodori, fragole con le cipolle). Oppure, per gli ortaggi difficili da diserbare perchè hanno vegetazione abbondante e sottile (per esempio carote e finocchi), si puo seminare a file distanziate quel tanto che basta per poter sarchiare tra le file una volta alla settimana. Ancora, si può procedere con la pacciamatura o mulching, distribuendo uno strato uniforme di composto maturo di 5-6 cm alla base di ortaggi a grande sviluppo che necessitano di notevole apporto organico, quali le zucche e gli zucchini, i peperoni, i meloni, il mais dolce. Il composto non deve mai asciugare, perciò va coperto a sua volta con i resti di tosatura del prato (preventicamente lasciati appassire un giorno), oppure con paglia sminuzzata. La copertura del terreno dell’orto con la pacciamatura non serve soltanto al controllo delle erbe infestanti ma svolge un ruolo importante per la protezione delle particelle di terra dall’inaridimento causato dal sole e dal vento e dal dilavamento causato dalla pioggia e dalle annaffiature.

Il compostaggio
L’orto biologico fa tesoro di quanto avviene in natura, dunque si serve dei materiali organici di scarto per restituire alla terra, tramite il compostaggio, la fertilità sottratta con le coltivazioni. È una pratica saggia dei vecchi orticoltori, riscoperta da qualche decennio proprio grazie a chi ha approfondito le metodologie biologiche, per la quale va riservata una zona semiombreggiata dell’orto. Se gli avanzi sono voluminosi, possono essere stoccati in un cumulo non più alto di 1 metro e lungo secondo necessità. Altrimenti, possono essere depositati nell’apposito contenitore, che in più favorisce un più rapido processo di trasformazione, evita che la massa si bagni o si asciughi troppo e che si formino cattivi odori con la fermentazione. Oltre ai resti delle coltivazioni e delle erbacce estirpate, possono essere uniti gli avanzi di cucina, i gusci d’uovo, il terriccio esaurito dei vasi, la cenere del caminetto, i fondi di caffé, le foglie morte degli alberi del giardino e i rami potati (preventivamente triturati), la lettiera degli uccellini in gabbia e degli animali da cortile, la carta straccia non patinata e i tessuti, purchè non sintetici. Più numerosi sono i materiali di origine organica che vengono mescolati e maggiori sono le possibilità di ottenere un concime di composizione equilibrata, in grado di attivare l’attività batterica del suolo, di favorire l’aerazione e il drenaggio del terreno, di garantire la base del buon nutrimento degli ortaggi. Durante la bella stagione il processo si svolge in poco più di un mese: preparato in maggio, il cumulo ripulisce l’orto, il giardino, il cortile e la cucina in vista dell’estate e il composto maturo diventa disponibile per le pacciamature di fine giugno delle parcelle. Tutto avviene naturalmente, con il supporto dell’ortolano che, dopo la prima fase di riscaldamento della massa in fermentazione, rivolta il cumulo con la forca e controlla che non sia troppo asciutto (nel qual caso annaffia abbondantemente) o, al contrario, troppo umido e maleodorante (aggiunge torba neutra e litotamnio). In attesa di spargere questo terriccio bruno e odoroso di bosco tra le file di ortaggi, non resta allora che formare un nuovo cumulo che andrà ingrossandosi nel corso dell’estate e fornirà il composto per la vangatura autunnale dell’orto.

(approfondimenti)
Che cosa compostare?
Tutti i rifiuti di origine organica possono essere uniti al cumulo di compostaggio, ma si dovrà badare che le sostanze ricche di azoto pareggino quelle ricche di carbonio perchè il composto abbia una composizione equilibrata e serva come ottima concimazione naturale.
Sono ricchi di azoto: sfalcio d’erba, deiezioni di polli e conigli, letame bovino ed equino, resti di ortaggi da foglia, rifiuti di cucina, parti triturate di Symphitum (consolida), lana e piume.
Sono ricchi di carbonio: paglia (di mais, grano, riso), resti di potatura triturati, segatura di legno, foglie di alcuni alberi (querce, betulla, aceri).
Hanno composizione equilibrata di azoto e carbonio: bucce di patata e di altri ortaggi da frutto, lettiera delle stalle e degli animali di cortile se realizzata con paglia, fondi di caffé, foglie di frassino e di ontano.

Una fabbrica di concime
Le specie del genere Symphytum godono di grande considerazione in orticoltura biologica perchè la loro vegetazione compostata fornisce una grande quantità di sostanze minerali, soprattutto di potassio, che è indispensabile agli ortaggi da frutto e da radice. Oltre a Symphytum officinale e S. tuberosum, spontanei negli ambienti umidi, si possono piantare in un angolo fresco dell’orto, ancora in maggio, pezzetti di radice di S. peregrinum, che cresce sino a 2 m ed esibisce una bella fioritura azzurra. Oltre che compostate, le foglie, fatte appassire per qualche giorno, possono anche essere incorporate direttamente al terreno nei solchi di semina delle patate o usate come pacciamatura dei pomodori, dei peperoni e delle melanzane. Forniscono infine un eccellente concime liquido per gli ortaggi, se lasciate macerare un mese nell’acqua (1 kg di consolida per 10 l di acqua).

Quando fiorisce il biancospino…
… è tempo di seminare le specie da sovescio o concimazione verde, cioè quelle piante che, interrate con la vangatura nel periodo di massimo sviluppo, servono a migliorare la struttura del terreno dell’orto e ad arricchirlo di humus, soprattutto se è stato sfruttato per parecchi anni con la coltura di ortaggi forti consumatori. Sono ideali la senape, la facelia, l’erba medica (le sue radici profonde dissodano il terreno naturalmente), il trifoglio violetto e il trifoglio incarnato (per terreni pesanti e acidi), la lupinella (per terreni molto calcarei), lo spinacio. Ad inizio maggio è sufficiente spargere i semi in superficie, ricoprire con un velo di terra e pressare bene. Per favorire la germinazione rapida dei semi è utile una abbondante annaffiatura iniziale. Le piante andranno sfalciate in piena fioritura e lasciate appassire qualche giorno prima di essere interrate.

Un attrezzo per non offendere la terra
La zappa a pendolo è un rettangolo di metallo montato inclinato su un manico. Questo attrezzo dell’orticoltura biologica è stato studiato per tagliare le radici delle erbe infestanti senza smuovere lo strato superficiale del terreno quando è stata stesa la benefica pacciamatura delle parcelle. Una volta interrata per 3-4 cm la lama più bassa, la zappa a pendolo va semplicemente trascinata.

La carta di pacciamatura
Sconsigliato in orticoltura biologica, il film di plastica nera è sostituito con un telo di carta nera di fibre di mais che svolge una tripla azione: tiene a bada l’insorgenza di infestanti, anticipa le produzioni perchè favorisce un più rapido riscaldamento della terra e diminuisce la frequenza delle annaffiature estive, perchè impedisce l’evaporazione eccessiva dell’umidità del terreno. Stesa sulle parcelle di ortaggi da trapiantare (sedani, cavoli, pomodori, peperoni, ecc), la carta per pacciamatura va fissata interrando i bordi e tagliata a croce a distanze regolari per consentire l’alloggiamento delle piantine. Ha durata breve (massimo un anno) e a fine ciclo, trattandosi di un materiale naturale, quanto rimane può essere interrato con la vangatura.

Tre insetticidi fatti in casa
• Contro gli afidi: sciogliere in un litro di acqua bollente 150 g di sapone di Marsiglia in scaglie, aggiungere 1 bicchiere di olio di arachidi e agitare per miscelare il tutto. Si irrora diluito (1 bicchiere piccolo per 1 litro di acqua) sulle piante colpite, preferibilmente di prima mattina.
• Contro le lumache e le altiche: spargere di frequente attorno alle piante colpite (lattughe, cavoli, ravanelli, ecc) un sottile strato di cenere di legna. È utile anche per proteggere dai marciumi le piantine appena trapiantate.
• Contro le malattie crittogamiche (ticchiolatura, oidio) e contro il ragnetto rosso: irrorare ogni 15 giorni, di sera, zolfo bagnabile diluito in acqua. Non agisce se la temperatura è inferiore a 16°C o superiore a 28°C.

I manuali dell’orticoltore biologico
• “L’ABC dell’orto biologico” di Patrizia Sarcletti, Calderini Edagricole, L. 38.000. È un libro fresco di stampa, scritto da una agronoma trentina specializzata in colture biologiche che fa tesoro delle proprie esperienze professionali e di quelle vissute in prima persona nel suo orto familiare per dimostrare come si possa “pilotare” la natura in modo intelligente ed ottenere buoni raccolti.
• “Manuale di orticoltura biologica” di Jean-Paul Thorez, AAM Terra Nuova, L. 20.000. Vecchio di 15 anni, è un libro completo per apprendere le tecniche dell’orticoltura biologica amatoriale. Di facile consultazione, è ordinato a schede e comprende anche una sezione dedicata al frutteto biologico. La veste dimessa nasconde una grande ricchezza di informazioni.

5 pensieri riguardo “L’orto di maggio apprezza le erbacce

  1. Posto qui il mio commento perché è un peccato che questo bellissimo articolo stia da solo soletto, i mie complimenti per la scrittura chiarissima e le informazioni profonde in cosi’ poco spazio (sa spesso trovo articoli che parlano tanto ma alla fine non ti dicono nulla).
    Continui con il suo tono polemico , se sarà necessario indignarsi lo faccia, anche perché non fa altro che dire quello che pensa.Buon lavoro.

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  2. Sarei curioso di vedere l’utilità della zappa a pendolo autentico ritrovato della fantascienza. Chi ll ha inventato, probabilmente, ha tanto lavorato tanto come banchiere o assicuratore ma ho seri e profondi dubbi che abbia usato la zappa per più di cinque minuti ( usata seriamente intendo). Più che un attrezzo per non offendere la terra assomiglia ad un sistema per prendere in giro il prossimo

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  3. Sono ragioniere per cui di agricoltura capisco poco o niente ma mi risulta che il compostaggio aiuti il terreno a trattenere l’acqua rendendo il terreno più grasso e non drenante contrariamente a quanto voi dite

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