Girasoli d’oro come il sole

Pubblicato su Giardinaggio – 2003

Se si è in cerca di record in tema di fiori, ci vuole poco per approdare ai girasoli. Sin dalle misure: la specie Helianthus grosserratus, perenne, non fatica a superare 5 metri di altezza, mentre la varietà ‘Kong Hybrid’ del comune girasole annuale raggiunge 4,20 m, due volte e mezza l’altezza del giardiniere intraprendente che non teme, seminandolo in giardino, di sentirsi soverchiare dalle inquietanti megalomanie a volte messe in atto dalla natura. Perché 5 metri per un fiore che nasce in aprile, fiorisce tra giugno e agosto, matura subito dopo i suoi semi e poi muore prima che arrivino le foschie d’autunno, nel regno vegetale è davvero un bel record.
Per non parlare di quell’altra particolarità, che è valsa il nome italiano “girasole”, circa la sua capacità di orientare i fiori nella direzione del sole, quasi invidiasse agli animali la possibilità di movimento. Del sole per altro imita la forma con la sua corolla (calatide nella terminologia scientifica), un insieme leggermente convesso di minuscoli fiorellini ordinatamente disposti a triplice serie di spirali, circondati da vistosi petali dorati come i raggi dell’astro che scalda e illumina il nostro pianeta.

helianthus-annuum

Il fiore del sole
Del sole porta il nome nel francese “tournesol”, nell’inglese “sunflower”, nel tedesco “sonneenblume” e prima ancora nel nome botanico Helianthus, composto dai termini greci helios, sole appunto, e anthos, fiore. Un mito racconta che Apollo per amoreggiare con la ninfa Leucothoe dimenticò presto la giovane Clizia; la fanciulla abbandonata si lasciò morire di fame e Giove, intenerito, volle trasformarla nel girasole, bellezza fulgida e fuggevole di una sola stagione, che reclina la testa e rinsecchisce quando il suo momento di gloria giovanile è passato.
Difficile credere che al tempo dei miti greci si trattasse proprio del girasole; infatti le specie classificate nel genere Helianthus, in tutto 67, appartengono esclusivamente alla flora spontanea delle Americhe. La storia ha tramandato che il primo esemplare a giungere dal Perù in Europa, sotto forma di semi, fu il girasole annuale (H. annuus), portato in dono al re di Spagna Filippo II dal conquistatore Hernando Pizarro. Era la metà del Cinquecento; da allora ha fatto una gloriosa carriera da reddito nei campi di tutto il mondo come pianta oleaginosa (i suoi semi ne contengono sino al 55%); carriera scientifica negli orti botanici, dove per lungo tempo è stato mostrato con orgoglio come la pianta più strana e vistosa della famiglia delle composite, la stessa della margherita e del crisantemo; infine nei giardini, in virtù della facilità di coltivazione e delle centinaia di varietà selezionate per uso ornamentale.

La collaborazione dei giardinieri
È un record inusuale dei girasoli anche quello recente, già passato nei libri di ecologia e conservazione della natura, riguardante Helianthus nuttallii sottospecie parishii, un girasole alto 3-4 metri, perenne e rizomatoso, a distribuzione puntiforme. Cresceva spontaneo esclusivamente nelle paludi lungo il fiume Santa Clara, in California. La Lista Rossa dell’IUCN (l’organizzazione internazione di conservazione della natura) lo dava per estinto già dagli anni Trenta del Novecento, a seguito della bonifica delle paludi per la lottizzazione edilizia dei terreni sui quali è dilagata la città di Los Angeles. Ma nel 2002 è avvenuta una catarsi insperata: una piccola colonia di questo girasole è stata ritrovata casualmente in un terreno abbandonato, non molto distante da quello che era stato il suo areale di distribuzione naturale. Ora, pur essendo ancora compresa nella lista Rossa delle piante minacciate di estinzione, la rara sottospecie è riprodotta in cattività per divisione dei rizomi, ripiantata in natura e offerta come pianta ornamentale adatta ai margini del laghetto. La collaborazione degli orti botanici e dei giardinieri è ritenuta importante; non sarebbe infatti la prima volta che una pianta si conserva grazie a chi la coltiva e la riproduce per il solo piacere di possederla e di farla fiorire.

Girasoli in giardino
Le specie reperibili senza rocambolesche ricerche internazionali non sono numerose, ma comunque tutte facili da far nascere dai semi o, in alcuni casi, dai tuberi. Helianthus debilis è una specie annuale di cui sono offerti in bustina i semi della varietà ‘Italian White’, molto ramificata e con ricca fioritura di corolle di medie dimensioni, a petali bianco avorio con il cuore nerastro. Il già citato H. grosserratus, gigante perenne della categoria, produce fiori di 5 cm di diametro, ognuno con una ventina di petali gialli; presso gli indiani d’America vengono ridotti in poltiglia e usati in impacchi come rimedio alle scottature della pelle. Helianthus hirsutus, perenne, cresce sino a un paio di metri di altezza e d’estate si copre di piccoli fiori gialli, come H. laetiflorus, H. strumosus, H. occidentalis (che ha virtù antibiotiche) e il nordamericano H. tuberosus, il topinambur, tanto allegro nel giardino naturale di fine estate quanto infestante degli ambienti umidi italiani. Se coltivato nell’orto, ogni anno in autunno i suoi rizomi tondeggianti e bitorzoluti vanno estirpati e cucinati in umido per arricchire di sapore la tavola di stagione.
Ci sono poi alcune specie perenni con la vegetazione ricoperta da un denso feltro biancastro, che conferisce alle piante un aspetto morbido e vellutato; tra queste si segnalano H. maximilliannii (3 m di altezza, foglie lunghe 30 cm, fiori a centro giallo scuro di 10 cm di diametro) e H. mollis, che produce piante alte al massimo 1,20 m e fiori a numerosissimi petali giallo scuro cangiante.

Da coltivare in un lampo
Di certo non si fa fatica a trovare i semi della specie H. annuus, il girasole per eccellenza, offerti in vendita nei garden center nelle varietà ornamentali da giardino, e all’ingrosso nelle varietà da reddito per le coltivazioni agricole. In mancanza di negozi di riferimento, si può persino far ricorso ai mangimi per uccelli esotici che, in varia misura, contengono semi di girasole, facilmente riconoscibili in mezzo agli altri perché simili per forma e dimensioni alle mandorle, quasi neri e percorsi da strisce chiare.
Non resta quindi che lasciarsi coinvolgere. D’altra parte la coltivazione è tra le più facili: nessuna operazione complicata, poca attesa, minimi rischi di insuccesso. Una volta individuata la superficie ben esposta al sole da destinare esclusivamente a questa coltura (nella competizione per il nutrimento, le altre piante erbacee soccomberebbero), in aprile si vanga il terreno interrando una buona quantità di letame maturo o compost. La semina si fa direttamente a dimora, deponendo i semi a tre a tre, alla profondità di un paio di centimetri e ad almeno 30 cm tra una buchetta e l’altra. La germinazione è quasi del cento per cento e, se le giornate di metà primavera si mantengono tiepide e soleggiate, avviene in una settimana circa. Quando si sono formate le prime foglie vere, per ogni gruppo si lascia solo la piantina più vigorosa estirpando le altre, e il gioco è fatto. Se si sarà stati abili a tenere lontane le lumache, ghiotte dei germogli teneri, la fioritura comincerà nei primi giorni d’estate e, solo con qualche annaffiatura, un tutore per le varietà di taglia alta e una concimazione minerale di supporto ricca di potassio, i girasoli esploderanno durante tutta la stagione. Per raccogliere i semi destinati alle semine future (conservati all’asciutto, la loro germinabilità dura 6-7 anni), occorre attendere che maturino, diventando scuri. Conviene scegliere una sola calatide di grandi dimensioni e ben formata, recidendo tutti gli altri fiori non appena appassiscono, perché l’energia utilizzata per formare semi viene sottratta a quella che serve per la formazione di nuovi boccioli.
Ci sono alcune varianti a queste norme standard. Una di esse insegna che, per anticipare la coltivazione, si può seminare in casa nella seconda metà di marzo utilizzando vasetti di torba pressata, che andranno poi interrati all’incirca tre settimane dopo all’aperto insieme al pane di radici perché i girasoli, che hanno radici delicate, soffrono il trapianto. Un’altra variante è di scaglionare le semine tra aprile e giugno invece di eseguirne una sola, così da rinnovare le fioriture da fine giugno a ottobre. Un’altra ancora dice che si possono coltivare girasoli anche in balcone, purché i vasi siano profondi almeno 30 cm oppure si scelgano varietà nane, che possono svilupparsi e andare a fiore anche in vasi di 15-18 cm di diametro.

Solarità da sperimentare
In commercio sono reperibili decine di varietà di girasoli annuali per soddisfare la creatività dei giardinieri da balcone (le varietà compatte non raggiungono 40 cm di altezza) come di chi ha spazio per ospitare quelle stupefacenti (oltre 4 metri di altezza e corolle di 30-40 cm di diametro). Che si pensi in piccolo o in grande, in ogni caso è un universo di fiori mutevoli nel colore (dal bianco crema o roseo al giallo, all’arancione, al rosso sangue, sino al porpora e al bronzo marginato di giallo) e nella forma (a petali semplici, semidoppi, doppi, a pompon, con disco centrale in tonalità brune o gialle, talvolta apparentemente assente perché coperto dai petali del raggio).
Insomma, come resistere al richiamo del fiore che racconta l’allegria dei giorni d’estate?

girasole

(approfondimenti)
Quali varietà

Più o meno tutti i produttori di sementi da orto e da giardino propongono semi di girasoli ornamentali. Tra i più forniti di varietà spettacolari c’è il francese Baumaux (www.baumaux.com, anche per l’acquisto per corrispondenza) che ne propone una trentina. Tra le più interessanti di taglia bassa (40-50 cm) si segnalano ‘Sunspot’, con enormi fiori gialli di ben 30 cm di diametro e ‘Ours en peluche’ con fiori doppi, quasi sferici. Se si amano le composizioni di fiori recisi e essiccati, si può scegliere ‘Sonja’, a stelo robusto e con fiori giallo aranciato a petali corti e grande cuore scuro, oppure l’offerta ‘L’or du Perou’, un assortimento di 8 varietà in bustine separate. Chi vuole provare con le taglie oversize, ha a disposizione varietà come ‘Gigante ibrido americano’ da 480 cm di altezza, che però è del tipo unifloro (cioè con un unico fiore alla sommità dello stelo), mentre ‘Kong Hybrid’, alto 420 cm, è multifloro, con parecchi fiori di 15-18 cm di diametro che si formano sulle ramificazioni. Infine, ricordando che i fiori di girasole contengono abbondante polline e per questo possono dare problemi allergici a chi ne è sensibile, si possono scegliere gli ibridi F1 ‘Double Dandy’ alti 60 cm e con fiori rosso porpora, che non producono polline.

Salute e bellezza con i girasoli

• I petali dei fiori e le foglie, essiccati all’ombra, sono un rimedio contro mal di stomaco, disturbi intestinali, cattiva digestione, stati febbrili e affezioni polmonari. Si prepara l’infuso lasciando per 15 minuti 40 g di pianta secca in un litro di acqua bollente; si filtra e si beve una tazzina prima dei pasti. Le compresse imbevute di questo infuso aiutano a cicatrizzare piaghe e ferite. Ipetali secchi servono anche per tingere il cotone di giallo vivo.

• I semi danno un olio commestibile tra i più diffusi nel mondo, ricco di vitamina E, ottimo per friggere e anche per ammorbidire la pelle del corpo. Tostati e salati, i semi sono gustosi e benefici bruscolini, mentre germogliati e privati dell’involucro entrano nella composizione delle insalate. In decotto (una manciata di semi bolliti per 20 minuti in un litro di acqua) curano le infiammazioni renali; in infusione (20 grammi di semi torrefatti lasciati per un quarto d’ora in un litro di acqua) a tazzine bevute lungo la giornata curano emicrania e eccitazione nervosa. A questo scopo può essere utile anche masticare i semi dopo averli passati in forno sinché diventano croccanti.

• Gli steli uniti al cumulo di compostaggio al termine del ciclo di coltivazione apportano una significativa quantità di potassio. Il midollo che essi contengono all’interno serve per la preparazione di una carta pregiata.

Girasoli per tutti

• Per animi letterari. Leggere la poesia di Eugenio Montale dal volume “Ossi di seppia”: “Portami il girasole ch’io lo trapianti/nel mio terreno bruciato dal salino, /e mostri tutto il giorno agli azzurri specchianti/ del cielo l’ansietà del suo volto giallino…”. C’è anche un’ode all’Helianthus scritta da Ippolito Pindemonte, di più impervia lettura.
• Per chi sta con gli indiani. Provare a tingere tessuti e cesti in vimini in nero violaceo, come fanno gli indiani d’America, con l’involucro dei semi di girasole annuale della varietà che nella loro lingua si chiama ‘Tceqaaqawu’. L’associazione Kokopelli per la conservazione dei semi tradizionali, vista l’impossibilità di pronunciare un nome simile, la commercializza come ‘Hopi’, proprio in omaggio al popolo dove questo girasole è in uso.
• Per chi crede al linguaggio dei fiori. Regalare un mazzo di girasoli per dire “Amo solo te”.
• Per rendere più produttivo il pollaio. Somministrare alle galline con l’alimentazione l’involucro dei semi di girasole per favorire una maggiore deposizione di uova.
• Per chi ha i muri di casa umidi. Se il muro è rivolto a sud, coltivarci nei pressi i girasoli: assorbiranno dalla terra l’eccesso di umidità.
• Per il naturalista. Cercare negli incolti, sulle macerie, lungo i fossi le 6 specie di girasole diventate subspontanee in Italia, soprattutto del Nord e del Centro (S. Pignatti, “Flora d’Italia”, vol III, pag 58-59).
• Per diventare ibridatori. Coltivare diverse varietà e raccogliere i semi, da riseminare l’anno seguente. Con facilità si ottengono piante con caratteristiche diverse da quelle originarie. Complici gli insetti pronubi, che compiono l’impollinazione incrociata persino a un chilometro di distanza tra un fiore e l’altro.
• Per l’apicoltore. Portare le arnie presso i campi di girasole: le api produrranno moltissimo miele pregiato, con le stesse proprietà curative riconosciute alle foglie e ai fiori di girasole.

3 pensieri riguardo “Girasoli d’oro come il sole

Lascia un commento