La sassifraga ha sempre ragione

Saxifraga-Hakonecloa-campanule-HostaIn preda ad uno sconforto professionale commisurato alla crisi dell’editoria e al dilagare dei social network che si occupano di giardinaggio (più o meno con competenza), ho provato a fare un quadro dei miei impegni urgenti per questa settimana, scoprendo che avrei dovuto lavorare anche di notte per incassare, per una settimana di lavoro senza alzare la testa dal computer, circa quanto una donna delle pulizie in una mattinata. E lo sgomento, se da una parte riguarda il negato diritto ad avere dignitosamente retribuito il proprio lavoro e oltre trent’anni di competenze articolate, dall’altra coinvolge l’educazione di chi fa le richieste e impone i ritmi stretti e la remunerazione da elemosina o il “dovere” di offrire il servizio gratuito (quasi sempre da una poltrona da dipendente pagato con regolarità ogni 27 del mese), i commenti offensivi detti en passant (“ma che ci vuole mai: con l’esperienza che hai, due ore e via”) e molto altro ancora. Così, con il cuore offeso e la mente umiliata, mi sono affacciata cercando ispirazione sul da farsi e ho interrogato la mia Saxifraga vayredana tutta bianca di fiori: di lei mi fido, noi due ci siamo capite sin da quando l’ho portata a casa cinque o sei anni fa grossa come un’unghia, e per me la sua risposta è legge. “Fottitene di tutti quelli che ti stanno addosso solo perché conoscono la tua disponibilità, sperano nella tua vanità di vedere pubblicato il tuo nome e possono spenderlo a riprova della bontà della loro iniziativa. Vieni a sederti qui vicino a me: c’è una sdraia invitante da prima che io cominciassi a fiorire e tu non ti sei mai seduta a guardarmi. Fiorisco per te e tu al massimo mi dai un po’ di acqua la sera pensando ad altro e scappando via veloce perché squilla il telefono o hai qualche mail da inviare o a cui non hai ancora risposto”.
Ho girato i tacchi e ho mandato qualche lettera di dimissioni: “Mi spiace, ho altri impegni, altre urgenze, altre opportunità economiche, non posso accettare quello che mi hai proposto”. E’ la prima volta dal 1982 che dico no al lavoro, a qualcosa che nella mia vita, e forse per la mia generazione più che per quelle seguenti, è sempre venuto prima di tutto il resto. Ci sarà sicuramente qualcuno nato dopo che invece cascherà nel tranello di un’editoria demotivata e demotivante, asmatica e senza idee per poter dire: “ho collaborato con…, mi hanno chiesto di…, lavoro per… (anche se gratis)”.
Oggi mi sento meglio: ho parlato a lungo con la mia sassifraga e ho assaggiato il piacere di allungare la mia sdraia per un quarto d’ora di vita alternativa, sognando, tra una carezza all’hakonecloa e un progetto per le mie ortensie ormai troppo grandi, un mondo più giusto, dove ci sia lavoro e retribuzione per tutti, valorizzazione delle competenze, smascheramento dei furbi, degli arrampicatori e degli improvvisati dell’ultima ora, e ovunque tante sassifraghe che aiutino a vivere esibendo la loro immensa, serena leggerezza.

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Il mio nome è Mimma Pallavicini, sono una giornalista specializzata, una cosiddetta “giornalista del verde”, da oltre 25 anni e ancora non so dove stiano i confini tra la professione e la passione per le piante, i fiori, i giardini, interpreti e partecipi della mia visione della vita. Così non mi pare vero creare una nicchia per dire ciò che altrimenti non avrebbe modo di essere detto: ogni giorno vivo esperienze, pensieri e percorsi professionali che con le piante e i giardini hanno a che fare e che sarebbe un peccato non fissare e non condividere. Benvenuti da queste parti, e grazie se vorrete sostare in nome dell’informazione e partecipare in nome di un’emozione che ci accomuna.

7 pensieri riguardo “La sassifraga ha sempre ragione

  1. La mia sassifraga è morta (troppo caldo?) e non ho con chi parlare e si che ne avrei anch’io quattro da raccontare; per potermi calmare avrei bisogno di potere chiacchierare anche solo un poco con la tua specialissima “sssifraga”

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  2. Condivido tutto, tranne su un punto: avere un suo articolo vuol dire, per una testata, fare un salto di qualità! E che caspita, lei scrive bene, con competenza e professionalità . Oggi sono bravi tutti? Ma per piacere! Cominciamo a fare dei sani distinguo e ad apprezzare solo chi ha le armi per emergere e a riconoscere la vera, profonda competenza e a retribuirla di conseguenza. Buona giornata!

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  3. Gentile Dott.ssa Pallavicini

    Ho letto il suo sassifraga ed è fondamentale il Suo pensiero rispetto al lavoro e all’’amore per le piante. E’ significativa la sua ribellione e il dover distinguere il lavoro e il piacere. A che serve l’editoria demotivata; abbiamo bisogno di vedere l’’uomo dietro il libro, le idee. Sono lieto che si mantenga vigile e fresca di pensieri e l’’aspetto con piacere al Giardino Romano.

    Cordiali saluti

    Avv. Antonio Rossini

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  4. Cara Mimma, tu sai che comprendo nel profondo. Questo mese mi trovo con tre urgenze improrogabili, non pagate ma dovute, mentre cerco un lavoro vero e mi sento rimproverare perchè non dedico abbastanza tempo e passione a quello che ormai è diventato un hobby troppo costoso per me. Perché se ti pagano è un lavoro, se lo fai gratis è volontariato, se paghi per farlo (tasse, trasporti e tutto il resto), allora è un hobby. Con però il vincolo, per l’hobby, che va fatto solo finché ti dà piacere, e quando hai tempo libero. Salvo sentirti dire che “una professionista fatta e finita come te” non dovrebbe dire che non ce la fa. Non ce la faccio perchè sono “fatta e finita”, appunto. E mi ritrovo quasi a dovermi scusare di essere stata al funerale di un parente stretto, perchè avrei dovuto stare a casa a “lavorare”. L’unica soddisfazione è l’aver rifiutato un incarico perchè avrei lavorato in perdita, come al solito. La sassifraga (e con lei le mie salvie, e la sdraio che non ho ancora spostato in balcone) ha ragione. E penso che invierò il tuo post a qualcuna delle persone che mi stanno rovinando il sonno. Un bel link. Grazie.

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  5. veramente interessante e condivisibile, fortunatamente la sassifraga ha fatto squadra con un po’ di amor proprio e l’ ha ben consigliata. dobbiamo trovare tutti quell’attimo per lanciare uno sguardo veloce alla sassifraga e capire, fermandoci un attimo, quale sia la decisione utile.
    Al lavoro ci hanno consegnato le pagelle.. (anche se non hanno ancora retribuito il lavoro svolto nelle notti del 2013)..io l’ho appoggiata presso il mio vaso di ficus bonsai,(ognuno ha la sassifraga che può) e la guardo insieme al ficus quando serve per darmi un buon motivo per correre se serve.

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