Il telegiornale ha appena raccontato che ieri sera Renato Vallanzasca, bandito milanese degli anni Settanta con 4 ergastoli da scontare ma in semilibertà e ieri in permesso premio, si è fatto beccare all’uscita di un supermercato milanese con un paio di cesoie e una confezione di concime per piante (oltre a due paia di mutande) rubati e non acquistati come il resto della spesa.
Se quel concime e quelle forbici gli servivano per curare piante, beh, adesso che sarà processato per direttissima per furto aggravato e se ne dovrà tornare stabile nell’ultimo dei 36 penitenziari che ha visitato nella sua carriera di carcerato, quello di Bollate, avrà pur sempre la chance di lavorare al vivaio di erbacee perenni di Cascina Bollate che al carcere stesso è annesso. E Susanna Magistretti gli potrà insegnare qualcosa in più dell’arte di coltivare piante e fiori per fargli sentire meno dura la nuova condanna per furto aggravato, solo perché voleva potare e nutrire piante senza spendere un soldo. Vorrei che fosse usato come attenuante il fatto che pensasse alle piante, invece che alla birra costosa, all’orologio alla moda, al dopobarba seducente. Io, per me, gli darei l’attenuante e non l’aggravante, ma forse lo Stato considera anche il giardinaggio una grave tentazione a delinquere da parte di chi ci ha già provato in molti modi.
Se volete visitare il vivaio Cascina Bollate e fare acquisti di erbacee perenni coltivate da chi sta cercando la redenzione e una professione in questo modo, c’è la possibilità di prenotare la visita giovedì 26 giugno alle ore 18 (prenotazione obbligatoria via mail entro mercoledì 25), oppure sabato 28 giugno alle ore 10,30 (prenotazione entro giovedì 26 giugno). Tutte le info su www.cascinabollate.org o mandando una mail a info@cascinabollate.org.
Anche io gli darei l’attenuante 🙂
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