La rosa delle quattro stagioni

A Luca Fadini, chi mi chiedeva di vedere la mia rosa chiamata “delle Quattro Stagioni” rispondo con un post perché non sono riuscita a capire come inserire una foto nei commenti. Ecco la rosa, finalmente fiorita. Profumatissima, d’un rosso prossimo al cremisi, in genere generosa di fiori durante tutta la stagione, da marzo a Natale, quest’anno assai più avara. Le corolle sono doppie e piuttosto piccole, portate su steli esili che spesso si piegano sotto il peso dei petali. E’ una varietà rampicante di dimensioni limitate, le foglie sono un po’ glauche e soffrono facilmente di macchia nera, certe estati anche di oidio ma io non faccio alcun trattamento. Mi limito in autunno a raccogliere le foglie secche alla sua base. Certi anni in maggio i fiori sono tanto numerosi, da suggerire di raccoglierne un certo numero per confezionare lo sciroppo. Che è stupendo, con un profumo unico (negli anni in cui ne dispongo, in estate non c’è aperitivo serale che non si serva di qualche goccia di questo concentrato dolce di rose per aromatizzare il vino bianco o un brut). Grazie sin d’ora a chi saprà dare un nome a questa creatura affascinante e senza nome (l’unica rosa di casa mia che non sia bianca. Infatti non sono io che l’ho scelta: è lei che si è fatta trovare sul posto al mio arrivo).

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Il mio nome è Mimma Pallavicini, sono una giornalista specializzata, una cosiddetta “giornalista del verde”, da oltre 25 anni e ancora non so dove stiano i confini tra la professione e la passione per le piante, i fiori, i giardini, interpreti e partecipi della mia visione della vita. Così non mi pare vero creare una nicchia per dire ciò che altrimenti non avrebbe modo di essere detto: ogni giorno vivo esperienze, pensieri e percorsi professionali che con le piante e i giardini hanno a che fare e che sarebbe un peccato non fissare e non condividere. Benvenuti da queste parti, e grazie se vorrete sostare in nome dell’informazione e partecipare in nome di un’emozione che ci accomuna.

3 pensieri riguardo “La rosa delle quattro stagioni

  1. Certo una rosa dalle molte qualità; e anche affascinante, visto che sembra più facile dire cosa non è, che darle un nome.

    Rifiorente per linfa cinese, il rosso cremisi (con qualcosa di ciliegia?) privo di toni scarlatti e i fiori a coppa da boccioli globosi la allontanano dai moderni Ibridi di Tea – che inoltre spesso hanno petali rigidi, consistenti e boccioli appuntiti.

    Colore, profumo, dimensione dei fiori – e anche la predisposizione alla macchia nera! – la porterebbero verso le Ibride Rifiorenti, dalle parti di Gloire de Ducher o Prince Camille de Rohan. Ma le rose di questo gruppo hanno per lo più fusti e gambi rigidi, con fiori eretti.

    Forse allora dovremmo cercarla tra le Tea più vecchie, dove i nuovi caratteri non erano ancora stabilizzati e si mostravano gli influssi di tutte le antenate: Bourbon, Noisette, Rifiorenti…

    Dopo tanti discorsi, ho comunque almeno una certezza: prima o poi ne coltiverò una in giardino. Ne sento già il profumo…

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  2. Adoro le rose molto profumate per questo in giardino ho diverse rose Bourbon che, oltre che essere rifiorenti, sono molto profumate, usatissime per il risotto alle rose o una delicatissima marmellata: mai usata per aromatizzare i vini, grazie per l’idea che certamente proverò.
    La sua rosa ha poche spine ? Se sì, forse è una Bourbon, mi verrebbe da dire “M.me Isaac Pereire”, chissà se è la risposta giusta! questi misteri aumentano il fascino delle rose

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