Stamattina mi sono svegliata con questo pensiero: un anno fa ero in Bretagna. E quanta voglia di essere ancora nel giardino di Kerdalo. Costruito dal principe Peter Wolkonsky nel 1965, sembra essere sempre esistito in quel luogo, una valletta percorsa da un corso d’acqua che fa da filo conduttore per tanti allestimenti diversi. Qualcuno li definisce post moderni, ripresa di “diversi stili storici e schemi di piantagione tipici di molti climi e fasce di vegetazione del mondo” (così dice The Garden Book). Un posto un po’ magico, forse perché insieme al disegno architettonico stupendo e alla formidabile scelta di piante rare mostra senza reticenze e falsi pudori amore e ambizione di chi lo governa. Mi sono soffermata a parlare con la proprietaria, Isabelle Wolkonsky e a farle i meritati complimenti. E lei, più di tutto, ha voluto ricordare che se Kerdalo è ancora vivo e in efficienza lo deve all’aiuto del marito, il paesaggista Timothy Vaughan. Entrambe affacciate dalla balaustra belvedere sul Jardin des quatre carrés (uno dei più bei giardini di erbacee perenni che io abbia mai visto, un tempo orto della fattoria) mi ha raccontato le traversie di questo luogo, non solo per la morte nel 1997 del fondatore, suo padre, ma soprattutto per ricorrenti problemi climatici: siccità, gelo, un nubifragio nel 1987 che s’è portato via 179 alberi, seguito da un altro che ne ha sradicati 150 e un’inondazione nel 2000 che ha sommerso completamente il giardino di perenni che stavamo osservando insieme, così articolato, ricco, ben costruito, ben governato, meravigliosamente pavimentato a scacchi d’erba e galets, ciottoli posati ia formare un disegno geometrico. E lei che diceva: “No, no, non è ancora perfetto, ma dovete capire: lo abbiamo ripiantato solo nell’autunno del 2004, non può ancora essere perfetto”.
Questa ansia di perfezione e il rincrescimento di non averla ancora raggiunta, seppure per cause esterne alla propria volontà, emerge persino dalla brochure che, ancor prima di raccontare le bellezze e i pregi del luogo, all’interno della copertina enumera i problemi a cui va incontro “un mondo fragile, in balia del clima, dei mutamenti climatici, delle intemperie e dell’inquinamento”. Il taglio riduttivo di Isabelle non ha impedito che Kerdalo nel 2005 ottenesse dallo Stato francese la qualifica di “Jardin remarquable”, un privilegio concesso a circa 200 giardini in tutta la nazione. Io ci tornerò; se qualcuno vuole fare altrettanto può cercare qualcosa su internet, oppure mandare una mail all’indirizzo kerdalo@wanadoo.fr o telefonare al n. 0033-2-96923594. Kerdalo è aperto di norma il lunedì e il sabato dalle 14 alle 18 in primavera, l’intero primo week-end di giugno e tutti i pomeriggi, esclusa la domenica, in luglio e agosto; il resto dell’anno solo su appuntamento.
I was reading about your garden” The Kerdalo” in The Financial Times on September 12, 2010, which has amazing history.
I want to visit your paradise
To dance with flowers and bushes
And sing with birds
I want to be there
Even for one day
I don’t know when
But must
There are many breaths there
Russian*
Armenian**
English***
All created the beutiful Brittany
And many breaths of French gardeners
All worked hard
To create that soulful garden
Through the years
Of many ethnicities
From Napolion’s wars
I can smell Kerdalo’s herbs
Even through the Internet
I can see the squaires on the grounds
Arranged like a Chess Board with green grass
And beutiful shiny stones from Brittany’s shores.
If the children see that patues
They will run and will play crossings—
Their happy walce.
(c) Sylva Portoian,MD
September 18, 2010
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* Russian (Prince Peter Wolkonsky)
** Armenian (Meriam Nubar,daughter of Armenian Eggyptian businessman
and philanthropist;probably related to famous Boghos Nubar Pasha)
***English( their daughter,Isabelle Wolkonsky who married to British, Timoty Vaughan)
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