Domenica tra paesaggi e fiori

chiocciolaUna domenica pomeriggio uggiosa, come se, dopo aver assaggiato l’estate, fossimo tornati a fine inverno. “Ma dai – dice mio marito – anche se piove ti porto a fare un giro. Che dici di andare a  Oropa, a vedere il giardino botanico?”. Gli sono riconoscente: fa di tutto per alleggerire la vita da tanti fardelli, compreso questo clima che piace solo a chiocciole e lumache.
Partiamo, piove e fa freddo. E a Oropa l’oasi del WWF con i fiori di montagna è chiuso per pioggia, bisogna accontentarsi di guardare da fuori il tripudio di fiori e immaginare i papaveri blu dell’Himalaya che sono fioriti ora, ma non si vedono. “Guarda quella sassifraga – dico io che di questi tempi sono più innamorata che mai delle sassifraghe – e chissà quante specie sono fiorite su queste montagne”.

basilica-Oropagiardino-botanico-OropaLaburnum-alpinumabetigiardino-naturale-a-bordo-stradaPetasites-allo-scioglimento-delle-nevi

Così proseguiamo per strade di montagna percorribili in auto e scavallano dalla valle di Oropa alla Valle Cervo e al Santuario di San Giovanni di Andorno. Montagne austere e ancora più grigio piombo del solito, ma anche se pioviggina e il cielo è dello stesso colore delle rocce, è una sorpresa. A volte guardare in campo lungo e in primissimo piano saltando i piani intermedi fa stare bene. Solo paesaggi e fiori. Dondolano all’aria i fiori del maggiociondolo di montagna (Laburnum alpinum), c’è ancora qualche nevaio e dove la neve è appena andata via ci sono i petasites fioriti, nelle zone meglio esposte stanno iniziando a fiorire i rododendri ferruginei, in qualche angolo il loro rosa intenso si intreccia con il blu dei Phytheuma, il grigio azzurro delle festuche, il verde chiaro di certe magnifiche felci, pizzi finissimi che mi sembra di non aver mai visto, leggeri quanto Saxifraga rotundifolia che tappezza i muri stillicidiosi e Saxifraga cuneifolia che si impossessa delle fenditure dei muretti di contenimento sulla strada che prima sale, poi scende a precipizio tra tornanti da montagne russe.

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Mezz’ora di strada da santuario a santuario; Oropa-San Giovanni di Andorno un unico giardino tra 1000 e 1400 metri con uno straordinario corteggio di fiori e conifere, sorbi montani, maggiocondoli, ontani. Attraversando i paesi della valle, un’altra sorpresa: Saxifraga cotyledon, la sassifraga dei graniti, grondante pannocchie di fiori candidi, si è infilata persino negli incolti e nei muri di pietra sulla strada provinciale. Svoltiamo dando per conclusa la carrellata naturalistica e sulla facciata di una fabbrica di lavorazioni plastiche di Sagliano Micca c’è una straordinaria arrampicata di tartarughe rosse. Tra natura e cultura, et voilà, anche la domenica pomeriggio se n’è andata.

Saxifraga-cotyledontartarughe-Cracking-Art-scalanom-una-facciata-industriale-a-Sagliano

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Il mio nome è Mimma Pallavicini, sono una giornalista specializzata, una cosiddetta “giornalista del verde”, da oltre 25 anni e ancora non so dove stiano i confini tra la professione e la passione per le piante, i fiori, i giardini, interpreti e partecipi della mia visione della vita. Così non mi pare vero creare una nicchia per dire ciò che altrimenti non avrebbe modo di essere detto: ogni giorno vivo esperienze, pensieri e percorsi professionali che con le piante e i giardini hanno a che fare e che sarebbe un peccato non fissare e non condividere. Benvenuti da queste parti, e grazie se vorrete sostare in nome dell’informazione e partecipare in nome di un’emozione che ci accomuna.

2 pensieri riguardo “Domenica tra paesaggi e fiori

  1. Accidenti Mimma! Che dispiacere non averti potuto vedere! E che dispiacere non averti potuto aprire il Giardino: una volta stavamo lì per giornate intere di pioggia, poi ci siamo rassegnati: a parte qualche straniero (ti metterei in questa catagoria) ma veramente pochi, non si vedeva nessuno. Domenica c’è stata pioggia per quasi tutta la giornata, abbiamo abbandonato il fortino subito… Ti chiedo scusa e spero di vederti presto, Fabrizio

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  2. Bellissimo. Grazie per avermi permesso di rivivere questi luoghi della mia infanzia. Io vivo a Torino ma mio nonno paterno era originario di Graglia. Ricordo con piacere le lunghe passeggiate nella zona di Oropa durante le (allora) piovose estati biellesi. Gita tra le nuvole, scarponcini, k-way e zainetto. Molto divertente. Ricordo il profumo che caratterizza quei luoghi. Di terra e sottobosco umido in un procedere tra prati splendidamente mantenuti, ortiche e mucche. Si parla di trent’anni orsono. Torno raramente nel biellese e al massimo passo un fine settimana a Graglia, ma le tue immagini e il tuo racconto mi hanno fatto venir voglia di prendere mia moglie e “obbligarla” ad un trekking intorno ad Oropa! Grazie. Paolo.

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