La foto della testata del blog dal 2 dicembre 2014
Giardini d’inverno
Cercando foto in archivio sono finita in una cartella che avevo chiamato “Colorno in inverno”: il parco della reggia ducale solitario e grigio, muto e immobile. I giochi d’acqua in movimento non facevano altro che aumentare il senso di vuoto e di abbandono. Ricordo di aver pensato che, dopo aver frequentato mille volte quel luogo nella bella stagione e aver contestato il costoso rifacimento del parterre, era la prima volta in cui mi appariva affascinante e in un’atmosfera evocatrice della sua storia. Che è la storia delle cose che passano, dei fasti che decadono e dei beni dilapidati (gli arredi del giardino, come tanti del palazzo, sono finiti in mezzo mondo, venduti nei secoli, le sale storiche divennero residenza dei medici dell’annesso ospedale psichiatrico, il giardino campo di patate), della nostra civiltà che vive di apparenza e investe non sul recupero della memoria, ma sullo spettacolo. E lo spleen del parco nelle giornate brumose dell’inverno padano racconta bene tutto questo (per il resto c’è wikipedia a questo indirizzo). Riguardando le immagini che avevo scattato in quel giorno di fine novembre mi è anche sorto il desiderio di visitare tanti giardini frequentati solo durante la bella stagione, che potrebbero rivelare un fascino inedito. Conosco in veste invernale Villa Taranto a Pallanza sul Lago Maggiore e il giardino Barbarigo Pizzoni Ardemani a Valsanzibio. E siccome di entrambi conservo un magnifico ricordo, spero di avanzare il tempo d’ora in avanti di visitare giardini storici in inverno e curare il mio, così poco storico, in estate.
Che bella foto, Mimma! Per me i giochi d’acqua sono l’elemento che dà vita all’immagine, invece.
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Avendolo visto ( o non visto ) solo durante la manifestazione “Nel segno del giglio”, questa foto mi fà venire voglia di vederlo nella sua solitudine.
E’ una splendida idea quella di visitare giardini in inverno per vedere il il loro
cuore.Vorrei farlo!
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